venerdì, agosto 25, 2006

AGOSTO DI CRITICA

Agosto é stato un mese veramente duro per me. ho lavorato quasi tutti i giorni e le vacanze che avevo programmato, sono state posticipate a data da destinarsi. ahimé! Quando ho cominciato a fare seriamente con il mondo del fumetto, lo ammetto, non pensavo fosse così difficile.
Ho sempre avuto come icona classica del lavoro, l'operaio: l'orario standard, la pausa pranzo, il sabato e la domenica liberi, la sera fuori al cinema o a casa a vedere un DVD. Il lavoro del fumettista é diverso. Non hai feste, non hai orari, non hai sabato ne domeniche. Lavori perché ADESSO hai il lavoro. Ne approfitti e cali il capo sul tavolo. Alla fine la gente apprezza (fortunatamente) quello che fai e questo, ti ripaga delle mille giornate di sole che hai visto fuori dalla finestra e che hai perso tra un paesaggio da inchiostrare e una sceneggiatura da storyboardare. Attenzione non mi sto lamentando. Qualche anno fa, il mio unico scopo era vivere facendo fumetti, adesso lo faccio e ne sono felice, sto soltando analizzando un dato di fatto. Una verità che amerei capissero anche gli editori Italiani.
Il fumetto d'oggi continua a restare anchilosato nelle sue stesse idiozie. Cercare di fare l'editore, equivale a produrre e investire un certo capitale nella produzione di materiale nuovo (o ristampe), di uno o più autori. L'autore, sia il disegnatore che lo sceneggiatore, che il letterista, hanno passato giornate, mesi e anche anni a pensare, programmare e produrre quel particolare fumetto, esprimendo (nella maggior parte dei casi) concetti nobili e personali. Ovviamente non tutti i prodotti saranno degni di pubblicazione, ma nel momento in cui l'Editore, con la E maiuscola, decide di dare "vita distributiva" a quel fumetto é per due motivi:
A- quel fumetto é ben scritto e ben disegnato
B- Quel fumetto si venderà
Ergo io editore con quel fumetto ci faccio i "piccioli".
Allora tu editore se pensi che con quel fumetto ci fari i piccioli, perché non paghi chi quel prodotto lo hanno realizzato?
O meglio perché non li paghi dignitosamente. Visto che la paga massima di un editore italiano (a parte bonelli e Disney) é di più o meno 50 euro a tavola massimo. Capisco dall'altra parte l'editore che mi può rispondere sulle difficoltà del mercato, sulla mala distribuzione, sull'ignoranza nella lettura della gente, sulla distribuzione difficoltosa nelle edicole etc.etc.etc. Ma allora perché decidi di fare l'editore? Apriti un bel sexy shop o un pub di tendenza e risolvi il problema. Ma che c'entra, io ho sempre avuto la passione per il fumetto e siccome non so disegnare e non so scrivere (anche se qualche soggetto ce l'hanno nel cassetto), allora ho deciso di "aiutare gli esordienti che non trovano spazio nelle grandi case editrici". Quante volte l'ho sentita questa frase, e non solo diretta a me, se facessi un sondaggio a 100 fumettisti, tutti nella loro vita se la sono sentiti dire almeno una volta. Ovviamente però la situazione rimane quella che é. Nessuno dice niente, non sul problema, ma sulle possibili soluzioni.
I DISTRIBUTORI-
Io credo che bisognerebbe realizzare un AMPIO consorzio, nella quale riscrivere le regole per un'ampliamento delle reti distributive in Italia e non relegarle soltanto ai pochi (auto)eletti. Quest'ultimi dovrebbero diminuire notevolmente la percentuale sul prodotto venduto e obbligare sia gli edicolanti che le librerie a dare DEGNO spazio alla merce e a non relegarla tra i libri di cucina e la guida Michelin, o accanto le riviste porno (anche perché Frigidaire ha chiuso da quasi 20 anni).
I Distributori in questione, dovrebbero realizzare distribuzioni più rapide con mezzi magari più moderni, oltre al furgoncino Iveco preso a noleggio, spedizioni aeree ad esempio, oppure creare centri di smercio in zone dove più difficilmente é possibile arrivarci, invece di appoggiarsi a distributori di regione che magari si occupano di quotidiani e non di fumetti.
GLI EDITORI-
Bisognerebbe che si realizzassero delle tariffe minime e massime di mercato di pagamento agli autori, e che queste venissero applicate da TUTTI quelli che decidono di chiamarsi editori. I contratti dovrebbero, SEMPRE riservare all'autore, i diritti sul personaggio e sulla storia. L'editore dovrebbe optare per delle idee di mercato che favorissero la valorizzazione e la distribuzione del fumetto ( e in questo la Panini con i fumetti di Repubblica ne é stato un'esempio). Ma la distribuzione con il quotidiano non é l'unica possibilità di pubblic relation. Le fiere per esempio potrebbero essere un'ottimo mezzo di promozione del prodotto. Un ragazzo che arriva a Lucca per esempio, da Napoli, da Bari o da Bolzano, perché dovrebbe comprare un fumetto in fiera a prezzo pieno, quando la fumetteria sotto casa gli fa il 10% di sconto, e paga pure il biglietto di ingresso. Allora fate degli sconti fiera, voi editori che date il 50% al distributore. Fate il 20% di sconto , e vedrete quanti albi maggiormente venderete e quanti lettori saranno di questo contenti.
LA CRITICA-
L'arte in generale é in crisi. Le riviste d'arte da anni sono in fallimento totale. La loro fonte di salvezza é la pubblicità degli artisti nelle loro pagine, con quelle si pagano la stampa e alcuni redattori per scrivere sui soliti noti. Alcune si appoggiano a progammi di televendita e recuperano qualcosa in più anche per permettersi 15 giorni ad Agosto ( e io neanche quelle).
In Italia la critica é nella maggior parte dei casi ON-line. Comicus, UBC, Komix alcuni di quelli più conosciuti. Su carta Fumo di China e Scuola di Fumetto. Io le leggo entrambi, alla seconda sono anche abbonato. La trovo ben fatto, ben studiata e molto costruttiva e critica. Ma la critica del fumetto negli organi di stampa convenzionali, quanto é riconosciuta? i pochi articoli che raramente vedo sul Corriere della Sera o su Repubblica sono scritti da giornalisti che si occupano di Cronaca e pochi di loro sanno chi é Pratt e Mattotti. Bisognerebbe anche qui allargare la critica fumettistica nei quotidiani nazionali con inserti, o spazi prestabiliti, come cé per lo sport, per la musica, per il cinema e per i libri.Ma a scriverli deve essere un profesionista. Uno che sa che legge e che si occupa di fumetto.
Basta ho detto troppo. Ma per sistemare é importante parlare. Stare zitti non risolve niente a nessuno.

lunedì, agosto 21, 2006

THE END


Il numero 54 di Napoleone chiude un ciclo narrativo tra i più belli mai letti tra le serie bonelliane. Un gioiellino, (così lo definivano in redazione) purtroppo non eccessivamente apprezzato dal pubblico e quindi destinato a chiudere. Per un qualsiasi altro editore, le 20,000 copie vendute mensilmente da Napoleone, sarebbero state da brindisi con lo champagne, ma per Bonelli che paga rispettosamente tutti i suoi collaboratori permettendogli di definire lavoro questo mestiere, la vendita era insufficente.
Io sono un lettore di Napoleone dal primo numero. Il giallo anni '50 invaso da una pirandelliana narrazione onirica, mi ha subito coinvolto.
In principio, Napoleone doveva durare soltanto 9 numeri, ma poi Bonelli apprezzò così tanto il personaggio che gli chiese di continuarlo in serie. Le storie di Ambrosini sono state splendide ogni numero. Storie "ricche", mai fatte per riempire un numero e hanno sempre trattato argomenti che esploravano le parti più intime della natura umana.
Napoleone é tra i pochi che ha trattato argomenti "alti" come la psicologia, la metafisica e l'arte in una testata Bonelli. I disegnatori sono assolutamente fuori da ogni logica Bonelliana (a parte un paio). Sia Camagni che Bacilieri, che Ornigotti, per non parlare del mitico Nizzoli non avrebbero mai trovato altro spazio su altre testate se non fosse stato per la particolarità di Napoleone.
Le prime storie di Napoleone, erano incentrate prettamente su un Noir vecchio stile (la donna, il cattivo, l'assassino, il poliziotto), negli ultimi invece, l'argomento principale era il "concetto". Si raccontavano storie, perché si voleva raccontare della verità, dell'esistenza, della ragione umana, degli stati d'animo, dell'arte, della storia, della guerra. E la zona metafisica, che nei primi numeri serviva da appoggio al personaggio, diventa invece la zona di ragione e ragionamento per il lettore. Il cavallo é una figura straordinaria, quasi inesistente nei primi numeri, nei successivi diventa la voce narrante dello sceneggiatore, e in fondo anche di noi stessi.
A livello grafico Napoleone si evolve allo stesso tempo. I primi numeri era palese la sua somiglianza con Brando, successivamente Napoleone prende coscienza di se quasi imponendosi con i disegnatori, acquistando una sua personale caratteristica grafica.
Napoleone chiude in edicola cé l'ultimo numero, un consiglio.... compratelo.

venerdì, agosto 18, 2006

ODIO

Odio l'afa quella umida che ti rende appiccicaticcio
Odio le giornate che finiscono subito e sul tavolo sei ancora alla prima vignetta
Odio Studio Aperto
Odio l'ignoranza e la supponenza
Odio sentire che ancora oggi in Sicilia, manchi l'acqua nelle case
Odio chi parla di legge Bingo Bongo
Odio che parla di legge a favore dei vucumprà
Odio chi parla di far saltare in aria i barconi di quei disperati, che sfidano la morte per una possibilità di vita
Odio Calderoli
Odio il supernenalotto
Odio i potenti, che regolamentano il calcio riducendolo a qualcosa di assolutamente non pulito
Odio un governo diviso nella maggiornaza
Odio un governo unito all'opposizione
Odio la mafia e per inteso tutto ciò che é organizzazione mafioso
Odio il tg4
Odio il tg5
Odio la Tg1
Odio l'aglio
Odio la gente che ti taglia la strada e poi ti manda anche a fanculo
Odio l'Odio
Sono tornato un pò incazzato lo so. Ma ho fatto solo un fine settimana di riposo e ha piovuto tutto il tempo.

venerdì, agosto 11, 2006

PAUSA


Borsa pronta, ho spento tutti quanti i neuroni, tranne quei tre che mi serviranno per respirare, mangiare e camminare.
stacco la spina per qualche giorno. Vado a ricaricarmi in quel di Marsala. Mare, sole, riposo e lettura. E' da qualche tempo che aspetto di immergermi in questo libro. L'ultimo di Baricco. Mi piacciono le sue cose, anche se molti storcono il naso sui suoi libri, a me piacciono.

lunedì, agosto 07, 2006

SE FOSSE DEVIL.....


Non amo molto i supereroi. Eppure sono cresciuto a pane e supereroi, quand'ero piccolo. Ho letto da ragazzo gli F4, Devil e Hulk, Spiderman, Cap, fino ai più recenti Ultimates e Top ten.
Eppure il mio personaggio preferito rimane sempre Devil. Malgrado il film, terribile quasi quanto il primo dei F4 degli anni 80, Devil rimane il personaggio più antieroe (insieme a batman) dei supereroi. In suo onore ho fatto questo.
Chissà se un giorno.....

domenica, agosto 06, 2006

ANOMALIE

E' da un pò di giorni che mi interrogo sul concetto di "anomalia". Di per se, é abbastanza semplice trarne il significato. Il mio prof all'artistico, mi direbbe che l'anomalia é una deviazione della norma, e che tutto ciò che "naviga" in senso opposto al "normale", diventa un'anomalia. A questo punto, ho cominciato a farmi degli esempi, una pallina da golf lanciata involontariamente sul capo di qualcuno, diventa un'anomalia, andare ad un concerto e ritrovarsi un meteorite che ti casca addosso é un'anomalia, ritrovarsi in un dirottamento aereo é un'anomalia, una razza aliena maligna e dominatrice che attacca il pianeta terra é un'anomalia. Giusto?
Ma questo vale soltanto per le azioni o anche per le parole?
Cioé,se io in una discussione come questa, dove sto esprimendo dei concetti, dicessi "Vaffanculo a te che leggi", sarebbe un'anomalia? Non credo. Per due motivi:
-Uno é premeditata e quindi non reale
- due sarebbe più vicina al concetto di non rispetto, che a quello di "anomalia".
Però nella vita di ognuno di noi, accadono continuamente delle anomalie e queste creano un'altalena di emozioni, di sentimenti, e di esperienze che ci rendono particolarmente attenti. L'anomalia, tende a prendere coscienza di se, come un'elemento che non può non esistere. E per questo però, ogni volta ci spiazza, perché nella nostra testa in realtà é difficile concepirlo e accettarlo.
Secondo me l'anomalia é uno schiaffo che ogni tanto ci da la vita per ricordarci che esistiamo. Per staccarci dal continuo e ripetitivo giornaliero vivere, nella piattezza di una giornata tipo. Un'anomalia é un gancio destro alla balboa, una frog splash alla Eddie Guerrero, un calcio alla Bruce Lee.
L'anomalia é una disgustosa caramella alla menta, con retrogusto di albicocca e miele.