domenica, dicembre 02, 2012

POST LUCCACOMICS

Dopo Lucca, sono ritornato al lavoro, ho terminato una storia breve per il Giornalino, ho chiuso un nuovo ciclo di tavole per Dampyr, ho cominciato il mio nuovo libro per i tizi di Ankama su sceneggiatura di Carlos Sampayo e nei ritagli (sopratutto la sera e la Domenica come oggi) mi sono immerso nella lettura degli acquisti fatti in fiera.
Il primo libro che ho letto è stato "Il tempo materiale" di Luigi Ricca edito da Tunuè. Ora, parlare del lavoro di un amico è sempre complicato, bisogna essere obiettivi, concreti e spietati, ma con Luigi non c'è nessun filtro che io possa mettere, che non mi faccia adorare ogni suo singolo lavoro. Quando ho iniziato la lettura de "Il tempo materiale" sono rimasto spiazzato, il segno di Luigi, nervoso, grezzo, deciso e forte mi hanno riportato per un attimo in Sicilia, tra le vie di Palermo, ho sentito gli odori della mia città. Odori che da tempo non sento e che spesso sogno. Ho rivisto posti e persone, ho ascoltato "l'abbanniata" dei pescivendoli e dei venditori di sale. In questa storia, Luigi mi accompagna in una Palermo lontana, una Palermo che io non conosco, quella del 78 del sequestro Moro e del terrorismo. Una Palermo lontana nel tempo ma che rivive nel riflesso distorto di una storia che potrebbe essere la parabola dell'oggi. Palermo sempre  grezza, sporca e colma d'ambiguità che partorisce dal suo ventre una generazione insoddisfatta, che cresce a pane e ideologia, che ne annusa il sapore ma rimane arida e assetata.
Una storia forte, in alcuni momenti troppo debitrice del libro da cui è tratta. Un racconto che scalpita che ha voglia di prendere vita propria e di spiccare il volo tra le pagine e vignetta dopo vignetta, la narrazione di Luigi trova un ritmo deciso e crescente e il suo tratto scivola nervoso e graffiante nella tragedia della storia.
Il tempo materiale, Luigi Ricca. Tratto da un racconto di Giorgio Vasta- Tunuè

Nessun commento: